sabato 2 gennaio 2016

Hermann Buhl

1952, una domenica mattina di luglio Hermann Buhl inforca la bicicletta e parte dalla sua abitazione a Landeck, Austria, diretto alla Val Bondasca.

Chuck Yeager


La sera del 12 ottobre del 1947 Charles "Chuck" Elwood Yeager sta facendo una cavalcata nel deserto della California quando, probabilmente facendo lo spaccone, cade rovinosamente da cavallo. S'è fratturato due costole, ha un dolore lancinante al petto ma fa finta di nulla. Si fa dare qualche antidolorifico da un veterinario e il giorno dopo ritorna al lavoro come se nulla fosse: Yeager è un pilota collaudatore dell'USAF.

Atari: Game Over

Suggerimento per chi non l'avesse ancora visto (tipo il me stesso di stamattina), guardatevi Atari: Game Over. 
Cioè la storia di quando una gang di nerd con troppo denaro a disposizione è andata a scavare nel deserto ad Alamogordo -sì, proprio lì dove hanno scoppiato la prima bomba atomica- per cercare le CARTUCCE di E.T. per console Atari 2600 che a detta di molti avrebbero causato il fallimento di Atari nel 1983. La cosa interessante è che le scene di questi geek panzoni che si sparano la fila per entrare in una DISCARICA in mezzo al deserto non sono altro che stacchi che intercalano il vero contenuto del documentario, e cioè una serie di interviste ai protagonisti dell'età dell'oro dei videogame e della storia di Atari, con tanto materiale di repertorio da lagrimare forte. 

Consigliatissimo, lo trovate su Netflix.

Strange Days - Kathryn Bigelow, 1995


Il Natale è passato e ci si prepara per il capodanno: Strange Days, girato a metà anni '90 e ambientato in un futuro che ormai è remoto passato, il 31 dicembre 1999, nelle ultime ore prima del nuovo millennio.
La trama di Strange Days mette molta, moltissima carne al fuoco e la Bigelow riesce nell'incredibile compito di chiudere tutto in 140 minuti. Le nuove droghe, la fuga dalla realtà, lo stato di polizia, il caos e il degrado delle grande metropoli, i piccoli drammi umani di ogni giorno. E' pieno di spunti fantascientifici interessanti per l'epoca e sviluppò addirittura una nuova tecnica di ripresa POV per le immagini del "filo-viaggio". Da ricordare anche e sopratutto per l'atmosfera degradata che più che fin de siècle ci parla dell'ossessione degli anni '90 per la sensazione di star vivendo alla fine.... della storia.

Sunshine - Danny Boyle, 2007

Questo a parer mio è il miglior film di fantascienza degli anni 2000.
Recupera ed attualizza gli elementi classici della fantascienza (in particolare le ossessioni spaziali degli anni '70, da 2001 ad Alien) e con l'aderenza scientifica spiana la strada al "nuovo corso" del cinema di fantascienza che stiamo vivendo in questi anni.
Se siete dei nostalgici degli ambienti claustrofobici della Nostromo e vi sono piaciuti The Martian e Gravity (nonostante Sandra Bullock), Sunshine è davvero imperdibile.

I signori della truffa - Sneakers (1993)



A ventidue anni di distanza Sneakers rimane il miglior film sugli smanettoni di computer mai realizzato. Come mai? Semplice: se ci pensate bene, la tecnologia ha un ruolo marginale nel film, quasi tutti gli stratagemmi d'ingegno adoperati dai protagonisti sono frutto di trucchi d'ingegneria sociale. In quest'epoca di phishing e truffe porta a porta questa narrazione è ancora godibilissima. Se ci aggiungi gli ottimi dialoghi ed un gran Robert Redford, il classico è servito.

Addio al Re - Farewell to the King (John Milius, 1989)


I film scritti e diretti da Milius sono piccoli gioielli di pietra scura. Continui a guardarli e ti restituiscono una luce sempre diversa. 
Addio al Re mostra tutta la bravura di Milius sceneggiatore: un incipit che fa da subito breccia nell'attenzione dello spettatore e viene ricordato a lungo, dialoghi asciutti e immensamente profondi, personaggi poliedrici e ambivalenti. Soffre di una certa lentezza nella seconda parte, compensata dalla grandiosa scena finale dell'addio al Re, accompagnata dal bellissimo tema di Basil Poledorius.

Demolition Man - Marco Brambilla, 1993


Ok, questo è un po' meenchia come film (anche se, confessate: vi ha fatto passare qualche bella serata davanti alla tv laggiù, negli anni '90) però è significativo di come, a volte, si possano inserire elementi interessanti anche in produzioni nate con l'intento di far cassa senza infamia né lode.

Girato nel 1993 (da un italiano?!?!), ambientato nel 2032, rivisto oggi Demolition Man risulta profetico nel rappresentare il destino della nostra società nel futuro prossimo, ovvero una deriva ultra-moralista e puritana in cui è vietato scopare e gli standard di bellezza sono rappresentati dalla faccia di Sandra Bullock. Ma gli elementi più credibili -e protagonisti delle migliori gag- sono le colonnine/ausiliario al traffico che staccano multe a ripetizione a chi impreca e sopratutto le TRE CONCHIGLIETTE che hanno sostituito la carta igienica nei cessi d'america. O meglio, l'elemento tragicomico è che tutti siano troppo imbarazzati per spiegare a Sly come si usano.

Cioè. Serve dirlo?
Pensate al cinema e alla tv del 1993. 
Ora guardiamo insieme al presente. I bambini vengono cresciuti con peppa pig al posto di Ken il Guerriero. Quel coglione di Eli Roth è riuscito perfino a coprire le tette in un film vietato ai minori. Non si possono più fare battute su omosessuali, persone di colore e violenza sulle donne.
E al 2032 mancano ancora 16 anni.

Piramide di Paura - Young Sherlock Holmes (Barry Levinson, 1985)



Altro filmone da puericultura anni '80 passato in tv dozzilioni di volte fino ad un momento non ben definito a metà anni '90, quando scomparve dai palinsesti per non farvi più ritorno.
L'idea di una sceneggiatura ispirata alle opere di Arthur Conan Doyle in versione high school l'ho sempre trovata grandiosa e all'epoca -per i ragazzini dell'epoca- prendeva davvero dibbrutto.
E' noto anche per aver inserito il primo personaggio totalmente realizzato in CGI della storia del cinema (il cavaliere in armatura che si stacca dalla vetrata della chiesa) ma io preferisco ricordarlo per le scene inquietanti all'interno della piramide (in cui la gente viene mummificata VIVA versandoci sopra paraffina bollente) e per lo stile di personaggi, dialoghi ed oggetti di scena vezzosamente vittoriani. Eppoi c'è anche quella vena triste e malinconica, l'inverno londinese, gli addi, i lutti, gli arrivederci, i farewell etc. Da rivedere sotto le feste.

Last men on the moon

(reprise da facebook dell'11/12/2015)

Quarantatré anni fa gli uomini camminavano per l'ultima volta sulla Luna: Apollo 17, il capitolo conclusivo della più grande impresa finora compiuta dal genere umano, summa degli sforzi di migliaia e migliaia di uomini e donne in TUTTO il mondo. Apollo 17, la missione più lunga, più riuscita, più fica dell'intero programma. L'unico lancio notturno del Saturn V (ad oggi la macchina più potente costruita dall'uomo) con i motori che illuminavano a giorno Cape Canaveral.

Dodici giorni e mezzo nello spazio, TRE intere giornate di permanenza sul suolo lunare, un quintale di campioni di roccia raccolti. Il rover, le foto, i filmati più belli dalla superficie del nostro satellite. Tre escursioni da quasi otto ore ognuna, ovvero due uomini che per tre giorni di fila hanno passato otto ore a camminare SULLA LUNA.
La camera lasciata sulla Luna, manovrata da Terra dall'abile mano di un tecnico che calcolò con esattezza il ritardo nel segnale, inquadra il LEM mentre si porta via quelli che ad oggi restano gli ultimi uomini ad aver visitato un altro corpo celeste.

Nel 1972 -incredibile ma vero- tutto questo fu realizzato da uomini che non avevano a disposizione nemmeno le calcolatrici portatili: a Houston i calcoli necessari per il volo venivano eseguiti a mente, a mano, o al massimo con l'aiuto del regolo calcolatore. A pensarci oggi, sembra fantascienza, qui nel nostro piccolo mondo avvolto dal fumo della guerra, gli sguardi rivolti in basso anziché alle stelle.