- Sentite, ne ho piene le palle di queste
cazzate - intervenne Max alle spalle del gruppo -e oltretutto credo di star
cominciando a sprofondare nell’asfalto.
Di fatto il pomeriggio era piuttosto caldo
perfino per il mese di luglio. Luca, Flavia e Marco-Stanca stavano in piedi
all’angolo della via di fronte a uno dei totem pubblicitari della mostra,
intenti a fissare la gigantografia di una tela di Mark Rothko da dietro le
rispettive paia di occhiali da sole contraffatti. Il sole martellava uomini,
donne, auto, alberi e volatili con la foga di un operaio stradale durante il
primo turno.
- Stà zitto che mi sconcentri - fece Luca.
- Deconcentri - lo rimbeccò Flavia.
- È uguale Fla.
- Guarda Luca - azzardò Marco-Stanca - qui
prende il 3G. Se volessimo farla fuori, visto che mi si sta arrostendo il
cervello, io faccio una ricerca in google e vi dico-
- Assolutamente no - interruppe Luca
-dobbiamo arrivarci da soli.
- Forse è un tramonto.
- Banale - commentò Flavia.
La voce di Max giunse dalle retrovie
accompagnata da una sbuffata di fumo di sigaretta.
- È un’esplosione nucleare.
- Piantala, scoppiato. È qualcosa di
introiettivo, per forza.
- Introspettivo - corresse Flavia.
- È uguale.
- No che non lo è… vabbè abbiamo capito lo
stesso.
- In che senso introiettivo? - fece Max
avvicinandosi.
- Adesso t’interessa l’arte? - gli fece
Marco-Stanca.
- Guarda che io sono un purista del
colore.
- Fai l’imbianchino - sottolineò l’altro.
- Il colore, ce l’ho, il colore dice qualcosa
sulla vita di questo tizio - fece Luca schioccando le dita.
- Per me tu te lo sei annusato, il colore,
insieme al diluente - disse Max ridendo grottescamente - andiamo?
- E piantala, purista del colore del
cazzo, per una volta che facciamo qualcosa di elevato-
- Elevato! Questa è da raccontare! Senti,
facciamola finita. Ci verrà un colpo di calore, io ho appena pranzato, ti
ricordo.
- Io… - tentò Flavia.
- E allora?
- Sentite, forse…
- E allora vomito, anzi, ti vomito
addosso, così te lo faccio io il quadro astratto!
- Sei un deficiente. Forse dovremmo
provare a pensarci dopo fumata una bomb-
- No Luca, senti questa, il contorno
giallo è la vita - disse Flavia disegnando un cerchio con la mano davanti a sé.
- Io ci sto, a patto che andiamo
all’ombra.
- Zitto. Fla, dicevi?
- E gli altri due colori rappresentano i
desideri e le colpe.
- Come i desideri e le colpe? Quale colore
i desideri e quale le colpe?
Ma Flavia rispose solo “Non lo so”.
Il gruppo ammutolì e rimase in silenzio
per lunghi, interminabili, secondi. Chi avesse potuto guardare al di sotto
delle lenti scure degli occhiali avrebbe forse potuto cogliere un’ombra di
dubbio primordiale attraversare loro gli occhi come una nuvola solitaria.
Poi Marco-Stanca si portò una mano al taschino
della camicia e ne tirò fuori un minuscolo sacchetto di plastica.
- Chi ce l’ha
una sigaretta?